Bucha: il simbolo del massacro di civili
L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha causato morte, devastazioni e sofferenze intollerabili.
Prima della guerra Bucha era un quartiere tranquillo alla periferia di Kiev. Dopo il marzo 2022 è diventato il simbolo degli orribili crimini commessi durante la brutale invasione russa.
Il massacro di Bucha è stato perpetrato dall'invasore russo. Si è trattato di un attacco insensato e brutale contro civili, donne, bambini e anziani innocenti che ha causato la morte di numerose persone e lasciato decine di feriti.
A un anno da questa atroce violenza, l'UE e la comunità internazionale ricordano le vittime del massacro e continuano ad essere fermamente impegnate a garantire che la Russia paghi per i suoi crimini, compreso quello di aggressione contro uno Stato sovrano.
Le indicibili atrocità

Durante l'occupazione di Bucha i russi hanno rinchiuso circa 25 ragazze ucraine di età compresa tra i 14 e i 24 anni in uno scantinato per sottoporle a ogni sorta di violenze. Nove sono rimaste incinte.

Il 6 aprile 2022, dopo gli incendi e i saccheggi russi, un uomo spinge la bicicletta in una strada di Bucha tra detriti e veicoli militari distrutti.
Foto di Chris McGrath/Getty Images

Cadaveri in sacche mortuarie allineati presso la chiesa di Sant'Andrea Pervozvannoho nella città di Bucha, pochi giorni dopo l'offensiva russa.
Violazioni del diritto internazionale
L'UE è fermamente impegnata a garantire che i crimini di guerra commessi in Ucraina non restino impuniti.
I crimini contro l'umanità, i crimini di guerra, il genocidio e il crimine di aggressione, definiti anche crimini internazionali, sono considerati le più gravi violazioni del diritto internazionale.
L'Ucraina sta indagando su oltre 69 000 episodi di presunti crimini internazionali, ma si ritiene che il numero effettivo di tali atrocità sia ben più elevato.
hanno già avviato indagini nazionali per i crimini internazionali commessi in Ucraina
Polonia, Lettonia, Estonia, Slovacchia, Romania e Lituania, fanno parte della squadra investigativa comune sostenuta da Eurojust, insieme all'Ucraina e alla Corte penale internazionale (CPI)
Cos'è un crimine di aggressione
Il crimine di aggressione è generalmente commesso dalla più alta leadership politica e militare di un paese contro la sovranità, l'integrità territoriale o l'indipendenza politica di un altro paese. Tra i crimini di aggressione figurano l'invasione, l'occupazione militare, l'annessione mediante l'uso della forza, i bombardamenti e il blocco militare dei porti, tutte azioni commesse dalla Russia.
Poiché la Russia non ha accettato la giurisdizione della Corte penale internazionale (CPI), la Commissione propone opzioni alternative per garantire che sia fatta giustizia anche per quanto riguarda il crimine di aggressione.
Perseguire i crimini della Russia in Ucraina
Pur continuando a sostenere il lavoro della CPI, la Commissione, insieme alla comunità internazionale, sta lavorando alla creazione di un tribunale incaricato di indagare e perseguire il crimine di aggressione della Russia.
Per contribuire a coordinare la raccolta delle prove, la Commissione ha istituito all'Aia il centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione nei confronti dell'Ucraina, integrato nell'attuale squadra investigativa comune sostenuta da Eurojust. Il centro sosterrà il coordinamento delle indagini e l'ulteriore raccolta di prove dei crimini di guerra commessi in Ucraina.
La Commissione continua inoltre a coadiuvare i meccanismi esistenti:
- sostenendo le capacità della CPI con oltre 10 milioni di euro dall'inizio dell'invasione
- rafforzando l'ufficio del procuratore generale ucraino con oltre 6 milioni di euro per le tecnologie informatiche e le attrezzature
- mettendo Eurojust in condizione di svolgere il proprio compito: con la modifica del regolamento Eurojust l'Agenzia può preservare, conservare e analizzare in sicurezza in una nuova banca dati le prove relative ai crimini internazionali
- aiutando Eurojust ed Europol, che fungono da hub per il coordinamento delle indagini nazionali degli Stati membri dell'UE
- coordinandosi con i partner internazionali per garantire l'assunzione di responsabilità e una risposta globale.
Risarcire i danni inflitti
La Russia e i suoi oligarchi devono risarcire l'Ucraina per i danni e le devastazioni che hanno causato.
Nel marzo 2022, dopo l'inizio dell'aggressione russa dell'Ucraina, la Commissione ha istituito la task force "Freeze and Seize". L'obiettivo di questa task force è garantire un migliore coordinamento delle sanzioni dell'UE nei confronti di persone e imprese russe e bielorusse.
La task force è gestita dalla Commissione e consente agli Stati membri, alle agenzie dell'UE, a Eurojust ed Europol di collaborare per individuare, congelare e, ove possibile, confiscare i beni russi.
La task force lavora a stretto contatto con i partner internazionali, comprese le autorità ucraine e statunitensi. A livello di G7+, la task force collabora regolarmente con la task force REPO ("Russian Elites, Proxies and Oligarchs").
Ricostruire l'Ucraina
Con l'aiuto della task force "Freeze and Seize", gli Stati membri dell'UE hanno congelato oltre 28 miliardi di euro in beni appartenenti a imprese e oligarchi russi e bielorussi.
Oltre 210 miliardi di euro di beni della Banca centrale russa sono immobilizzati nell'UE.
Per sfruttare al meglio questi fondi e iniziare a ricostruire l'Ucraina, la Commissione ha proposto diverse opzioni agli Stati membri, tra cui la creazione di una nuova struttura per gestire i beni pubblici russi congelati e bloccati, investirli e utilizzare i proventi a favore dell'Ucraina.
Colmare le lacune giuridiche
Mentre prosegue l'aggressione russa all'Ucraina, è fondamentale attuare pienamente le sanzioni dell'UE e impedire che si tragga vantaggio dalla loro violazione. Abbiamo potenziato il diritto dell'UE:
- rafforzando le norme dell'UE in materia di confisca e recupero dei beni
- armonizzando i reati e le sanzioni in caso di violazione delle sanzioni dell'UE
- imponendo a tutti coloro che figurano nell'elenco delle sanzioni l'obbligo di comunicare quali siano i beni che detengono nell'Unione.
L'obiettivo è potenziare l'effetto deterrente delle sanzioni dell'UE e dotare gli Stati membri di strumenti giuridici che permettano loro di confiscare un maggior numero di beni, se connessi a un reato.